VOCI E SUSSURRI DAI CORRIDOI DELLA SPRAY.

sabato 6 febbraio 2010

Re: Headphones





di Daniele Tebaldi

Pif,

Maurizio mi ha inviato gentilmente un link alla tua pagina sul blog Storytellers.
Siccome il mio punto di vista non costa niente, te lo becchi pure quello.
Ho fatto lo stesso percorso poco meno di un anno fa.

Il primo pezzo mancante, per me, è il binomio isolamento dall'ambiente / quanto tempo vuoi tenerle in testa.
Prima ancora della definizione "per il lavoro o per il diletto", questo spartiacque prescinde la destinazione d'uso.
Il primo parametro ovviamente definisce se potrai adoperarle in concerto (palco, sala, non fa differenza: a parte nel teatro di prosa, se sono aperte non ci salti fuori, e scarti dunque tutte le AKG che qualcuno ti ha consigliato).
Il secondo parametro ti obbliga a scartare Internet come luogo di acquisto (perché le scarpe comprate per corrispondenza fanno male all'alluce, e le cuffie anche), e ti condiziona rispetto al primo.
Personalmente imporrei una Sennheiser HD25 ad ogni bipede che pratichi il mestiere di live sound engineer, ma un conto è farci 40 PFL durante un concerto, cava-metti-metti-cava, un conto è ascoltare la discografia di Frank Zappa durante il weekend mentre i bimbi dormono: sebbene la qualità audio sia altissima, ci sono apparecchi che si tengono a lungo in testa più volentieri (e soprattutto, visto dove abiti tu, anche da Maggio in poi).

Il secondo pezzo che manca dalla tua ricerca è una indicazione di cosa mai le piloterà, 'ste tue cuffie.
A quei simpaticoni che ti consigliano le AKG serie K (indicazione già fallace, perché è come consigliare "una BMW" senza dire se Serie 3, Serie 5, Serie 7, coupé o berlina o familiare, versione M o benzina o diesel... l'unico elemento comune è la trazione posteriore, un po' poco), chiedigli se hanno mai provato a pilotare una K240 dall'uscita cuffie del lettore CD fine anni '80, o dall'iPod.
Non credo che si possa affrontare la scelta di una cuffia senza mettere nel conto dove vuoi attaccarla, un po' come la barca che sei costretto a scegliere anche in funzione di dove puoi attraccarla.
In cambio di un po' di sensibilità in più, giusto quella che può renderti l'iPod ascoltabile anche in treno o in aereo, tutto sommato me ne fregherei di uno o due grammi di fedeltà in meno (chettenefaidell'hifi se poi tanto dove le porti manco riesci a sentirlo?).

Il terzo pezzo che manca è il costo, che indichi alla voce 4 ma non quantifichi.
Non credo che le ottime iGrado siano comparabili con le HD600, e per quanto buone secondo le recensioni che puoi trovare su Internet il metterci le orecchie dentro (le tue, non quelle dei professionisti a cui chiedi un parere) può riservare molte sorprese.
Anzi, a dire il vero, se tu avessi davanti tutte le cuffie che indichi come pool tra cui scegliere (e aggiungo anche "e tutte le sorgenti con cui intendi pilotarle"), qualcuna finirebbe nel cesto della spazzatura perché non congrua.

Hai mai provato a fare jogging con le in-ear infilate bene bene dentro l'orecchio? OK, sarai appena 60 kg, magari jogging non lo fai, ma anche solo una passeggiata in luoghi/ore silenziose? Il rumore della vibrazione dei passi supera qualsiasi volume l'iPod sia in grado di generare con i suoi pochi milliwatt.
Io ho comprato le Shure E3C, le Sennheiser CX300, un paio di Griffin Tunebuds, e se cammino su asfalto non riesco ad utilizzarne nessuna.
Certo, se poi tu cammini in spiaggia perché ce l'hai vicina, allora vanno benissimo, sono ideali, perché non senti le vibrazioni attraverso la tua struttura ossea ma chiudono tutti i rumori del vento (che con qualsiasi altro tipo di auricolare ti arriverebbe comunque ad un livello superiore della musica stessa). Se stai seduto in casa, aereo o treno, invece, trovo le CX300 davvero gradevoli (sia pure con bassi un po' ottimistici), le Shure buone soprattutto in ragione dell'elevato livello di pressione, le Griffin sorprendentemente equilibrate rispetto alla loro fascia di prezzo.

Quelle con i filtri attivi per la cancellazione del rumore di fondo le hai mai provate?
Le Bose mi mancano, ma ho fatto qualche ascolto con modelli Sennheiser, AKG e Sony, e il risultato è sempre quello: se sono immobile e seduto, e ci ascolto i Nine Inch Nails, posso anche sopravvivere, ma se sono in movimento su un mezzo di trasporto e ho voglia di ascoltare Gidon Kremer, dopo dieci minuti mi viene la nausea come neanche con i vuoti d'aria in aereo. Qualcosa nel DSP per la cancellazione mi dà il mal di mare. 

Che consigli ti sto mai dando, alla fine (tanto più che al tuo acquisto sarai anche già arrivato da un pezzo, comunque)?
Ti sto consigliando di ascoltare (e a lungo) qualsiasi cosa che ti abbia mai solleticato la carta di credito.
A meno di non partire dal presupposto che puoi comprare tutte e 7 le opzioni che indichi.
Ti sto consigliando di considerare nella spesa un amplificatore da cuffia come un complemento necessario, non un accessorio.
Ti sto consigliando di rassegnarti al fatto che spesso godiamo di più a scegliere, comprare, utilizzare e alternare quattro apparecchi audio che non uno solo, perché come appassionati di audio siamo intrinsecamente poligami.

Io cosa ho scelto, alla fine? E per che cosa?
Il fonico non lo faccio più da un pezzo, per cui il mio ascolto è puro intrattenimento (ascolto musicale) e hobby (registrazione su computer), per lunghe ore (quando tutti dormono, quando sono in trasferta in qualche albergo sconosciuto).
D'obbligo una cuffia che non toccasse il padiglione auricolare in nessun punto, e che si potesse facilmente dimenticare di avere in testa dopo dieci minuti.
D'obbligo una sezione pilota che ricevesse un segnale digitale senza un'altra, ulteriore conversione.

Ho scelto una Sennheiser HD650 (rispetto alla 600 ci metto dentro anche musica classica senza rimpianti), ma la differenza vera l'ha fatta l'ampli da cuffia, senza del quale anche la pretesa di "mio" riferimento di ascolto, "mezzo di cui fidarmi perché ascolto soprattutto con quello", andava a farsi fottere all'istante.
La differenza qualitativa tra le sorgenti supera di gran lunga la qualità della cuffia stessa.

Per pilotarla alla fine si è costituito un duo, ampli da cuffie C.E.C. HD53R e convertitore C.E.C. DA53 che ha le interfacce assortite per le sorgenti che uso (AES-EBU, SPDIF rame e ottico, USB), con uscite analogiche sia bilanciate che sbilanciate.
Da portare in giro fa una discreta valigia, così i C.E.C. sono rimasti a casa e quando sono a zonzo c'è una TC Electronics Konnekt Live (con ottima uscita cuffia): se per caso non trovo l'artista che voglio ascoltare, posso infilare il jack della Telecaster e farmi la mia colonna sonora.

Ultima, che poi è ora del dentista: suppongo che anche tu sia un avido utilizzatore di macchine Mac e non PC, visto l'ambiente che bazzichi, e in questo caso non saprei dove indirizzarti, ma se tu fossi nel mondo PC saprei dove.
Dalla "catena cuffie" ideale mancano ancora due componenti per completare lo spettro sonoro e la localizzazione.
Il primo è uno shaker, come quello che si avvita alla poltrona dei batteristi che costringiamo (noi o il loro datoro di lavoro) a suonare in cuffia: soprattutto se ascolti rock, ti permette di trasformare l'ascolto in cuffia da esercizio mentale a esercizio ginnico, sia pure al prezzo di un ulteriore ampli dedicato.
Il secondo è un filtro che sul mio soft-player per PC si trova in diverse esecuzioni, e che alcuni ampli da cuffie hanno incorporato al loro interno, va col nome di Crossfeed e serve a ridurre la mancanza di comunicazione tra il recettore destro e l'altoparlante sinistro (e viceversa), aggiunge parte del segnale all'orecchio opposto con un ritardo angolare di circa 60° come nella disposizione corretta degli altoparlanti.

Ecco, a questo punto puoi accendere il tutto e cominciare a gustarti la musica.
Per il tempo che ci è voluto a cablare la fabbrica (ciabatte audiophile, cavi di alimentazione stregati, cavi di segnale appena portati dallo psicanalista), più la disposizione giusta (con la bussola, per non incrociare lo zero terrestre dello schiacciamento ai poli), ora che il computer ha fatto boot.... ti addormenti con la cuffia in testa, che ti giuro è come non averla ; - )

E visto che scrivo breve e succinto (ma soprattutto, visto che il tuo acquisto l'hai già fatto):
A - prova a mettere anche questa risposta sul sito di sprayrec, e
B - cosa hai comprato alla fine?

A me, il processo di acquisto (in termini di tempo speso alla ricerca di informazioni e di fornitori) è costato forse più dei materiali stessi.
Che dimostra come non basti smettere di fare il fonico per smettere di farsi troppe seghe nell'audio, chiaramente.

Posso ancora augurarti buona giornata dopo un inizio così invadente?

Daniele

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