VOCI E SUSSURRI DAI CORRIDOI DELLA SPRAY.

sabato 6 febbraio 2010

Cent'anni di prove



di Silvio Andreoli

Sentivo sotto i piedi l’urlo delle mie scarpe ormai esauste e consumate dal sentiero che percorrevo da giorni e giorni.
Era la tipica giornata d’estate dove il sole faceva da padrone.
La strada era costeggiata da salici assetati e lamentosi ed il mio stomaco era così affamato che anche le pietre su cui camminavo sembravano dei deliziosi bomboloni alla crema.
Ad un tratto fui attirato da un canto lontano che sembrava provenire dal sentiero dove ansimavo; lentamente mi avvicinavo, non riuscivo a non sentirlo, era sempre più fastidioso come se mi trascinasse in una dimensione che non mi apparteneva; era insistente e persuasivo ed assomigliava sempre di più ad una … ad una … cazzo, ad una sveglia!

Così iniziò il primo giorno di prove della tournee…cominciavo bene! Dove eravamo??? Ah sì, ah ah! Avevo di fronte un teatro addormentato e dimenticato da secoli, sembrava custodire tesori inimmaginabili come oro, gioielli, diamanti, rubini, smeraldi e ampolle misteriose. Apro a fatica la pesantissima porta, taglio il nastro rosso, scaglio la bottiglia di champagne contro la prua della nave, aspetto il verde e…si inizia!

Il primo giorno l’ho trascorso giocando con miei “compagni d’avventura” al salto con “l’asta”, alla prova di equilibrio sul jack sbilanciato, al cluster della cuccagna e tra un db e l’altro abbiamo cablato, tarato e programmato anche l’inimmaginabile.
Tutto era pronto per loro: i musicisti, la grande show-band con trent’anni di carriera alle spalle e decine di album e videoclip.
Dopo le formali presentazioni s'iniziava dando qualche legnata ai tamburi, un urlo e una “plettrata” qua e là. Pensavo : “Caspita! Si vedono e si sentono tutti questi trent’anni!”.
In alcuni momenti avevo la sensazione di ascoltare un concerto delle Old Strings in una vecchia e ammuffita casa di riposo milanese.

Eh già! Non tutti si chiamano Rolling Stones! Non tutti possono permettersi di suonare tre note ogni dieci concerti come B.B.King! Per non parlare della noia mortale dei giorni seguenti passati ad aspettare, aspettare ed ancora aspettare l’arrivo degli “artisti” incuranti degli accordi (anche musicali) fatti in precedenza. Occupavamo i pomeriggi a stravolgere le regolazioni preparate durante la mattina a causa della digestione lenta di alcuni di loro.
All’una di notte si tornava ai settaggi mattutini incorniciati da lunghi e “deliziosi” litigi. Avevo sempre assistito ai concerti come spettatore e la mia attenzione si era sempre rivolta ai musicisti, coloro che basano la loro vita sulla musica e sullo spettacolo.

Oggi, dopo aver lavorato dietro alle quinte, mi sento di dire che chi fa funzionare e rende indimenticabile uno spettacolo siamo noi, i tecnici: instancabili divoratori di chilometri, maniaci della perfezione, coloro che anche nei momenti più difficili riescono a risolvere problemi d'ogni genere (tranne quelli economici!) e che con due back to back alle spalle riescono a lavorare divertendosi e sorridere fino alla fine del concerto.
I ricordi che resteranno indelebili saranno la fatica, il sorriso e la passione perché veri.

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