
di Paolo Tocco
Tornavo a casa ieri in macchina, una "stescion vegon" (come scriverebbe mamma), con un enorme pacco tutto marrone, tra legno e cartone, qualche laccio pesante, nylon e qualcos'altro di poco importante...
Pesa meno di quanto me lo aspettassi, così grande che non entra neanche in ascensore.
E poi un cortellaccio da cucina, trema, con tutto il braccio, che trema a sua volta perchè attaccato ad una scapola del cardiopalma inferiore, appena poco sopra lo sterno del petto.
Insomma a due passi dal cuore che trema come poche altre volte.
Il cortellaccio, parte inesorabile, fende il fendibile, straccia i nastri e percuote il silenzio attonito degli astanti che in quel preciso attimo interruppero il consueto andirivieni delle emozioni.
Silenzio...
Un velluto... Una carta trasparente, sofficie e sotto..., ancora una scatola.
La sollevo... DM 3200 è la prima scritta che scorgo ed è l'ultima prima di stracciare via il resto e godermi uno spettacolo che non tutti sanno apprezzare.
Immagino al di là di queste righe i ragazzi che di sopra stanno su quelle sedioline blu, e la Franka... che cerca di restituire onore al merito di tanto sudare!!!
Adesso, in salotto, aspettando i tavoli di una umile regia di provincia, regna come un trono, come un piccolo principe.
DM 3200 è la scritta che si legge appena varcato l'uscio della mia dimora, DM 3200 è l'ultima scritta che si legge prima di spegnere la luce e lasciare che scivoli addosso la nostalgia di un banco di "scuola" targato "S.E.".
Ma dove mi avete portato Preside?
Adesso non resta che inserire la spina e che il viaggio abbia inizio...
Touch
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