
di Davide Lattanzio
….ed in quella misteriosa notte inenarrabili vicende si susseguirono a discapito di chi ne fece parte…..
21 e diciotto…..poco prima di un concerto “live”
Quella notte, all’alba del loro successo, avrebbero esordito i famigerati “Stee Katsy” con il loro brano “Turn down the gain”,distorta emulazione del celeberrimo “Enola Gay” dei poveri O.M.D..
La Platea composta pressoché da sbavanti morti viventi, lupi mannari e sonnambuli, in attesa dell’inizio del concerto si trastullava accoppiandosi, fumando strani sigari farciti e bevendo intrugli colorati.
Il vecchio e cigolante Kaufmann, vittima della consueta tempesta pomeridiana, era logoro e putrido:
Teli impermeabili lerci e ammuffiti “randomizzati” sul palco, informi grovigli di Xlr, Speakon e Socapex frettolosamente cablati, Fly-case divelti dal vento, teste mobili fumanti, par64 scoppiettanti e……
….e un’insolita ronza che scoreggiava dal P.A..
Forti esalazioni sulfuree mettevano in scena un’atmosfera spettrale e surreale…l’odore di legno marcio miscelato ai fastidiosi sbuffetti della Fog Machine dipingevano nell’aria una tetra foschia.
Ed io, cadaverico e inorridito, ero lì…rapito come uno schiavo ai lavori forzati e incatenato a malo modo dietro un LAB.
I morsi della fame accompagnavano le mie paure, quelli della sete no (tanta era l’acqua che avevamo beccato nel pomeriggio).
A parte la ronza al quale era facile abituarsi, tutto era pronto per cominciare….un paio di colpi di cassa ben assestati attirarono la platea a bordo palco che accolse con un fragoroso applauso gli “Stee Katsy”.
Trionfanti ed in ipereccitazione presero le loro posizioni e dopo alcuni vani tentativi d’attacco riuscirono a partire.
Schitarravano, sleppettavano e pestavano di brutto come demoni impazziti.
La folla all’unisono saltava, ballava e si dimenava a tempo di musica…un inferno dantesco considerando che il pezzo era scandito a 380 BPM.
Un’orda di corpi tumefatti che veniva sbalzata a destra e a manca dalla pressione sonora.
Dalla Regia, una specie di palafitta oscillante, psico-fonici-post-nucleari cercavano impanicati di domare alla meglio l’onda d’urto del F.O.H. arrangiandosi con piedi, mani e tentacoli.
…..e fra i moduli liberi del Rack-effetti troneggiava il mini datore luci tascabile…El Nino…il Re dei cacazzi…che con il suo microcellulare, fra una cazziata e un’altra, gestiva via bluetooth la sua Compulite lasciando sbigottito chi si domandava come potesse andar avanti lo spettacolo luci senza l’ausilio dell’operatore.
Il Concerto proseguiva incessantemente, ma il male ben presto sopraggiunse.
All’improvviso un assordante Larsen tuonò schiantandosi sulla folla come una lama che dilania le tenere carni umane….uno spettacolo raccapricciante.
Lo stridore ebbe immediati effetti devastanti:
si innescò fra la folla un raptus di autocannibalismo….gli Stee Katsy, in preda a convulsioni, rantolavano dimenandosi come bestie immonde….alcuni facchini rumeni esplosero ricoprendo tutti con le loro interiora…in pochi ci salvammo grazie alla sovrapproduzione di cerume da deformazione professionale.
Fu in quel momento che un figuro claudicante comparve da una quinta affumicata…..EL Mapo.
In una mano una micro MAGLITE e nell’altra un 58 a mò di clava paleozoica che probabilmente doveva fungere da “spare”.
I suoi occhi di fuoco fuori dalle orbite roteavano indipendentemente l’uno dall’altro (ed era solo uno dei tanti segni di squilibrio che manifestava).
Avanzava minacciosamente sbraitando verso il fonico e imprecando in antica lingua (un aramaico/pugliese mugugnato e panpottato left)…..….gridava “HABBAS SSU GHEIN” o na roba del genere…ma nessuno riusciva a capirlo
La situazione peggiorava.
El Mapo incompreso scomparve….El Nino, immune dai larsen, continuava a cazziare chiunque gli stava intorno…e proprio quando sembrava non ci fosse più nulla da fare qualcosa accadde.
Un vecchio Fly-case impolverato e dimenticato scivolò dal Back-stage al centro palco.
Il portellone del Fly si spalancò diffondendo bagliori di luce, musiche celestiali…e una figura mitologica uscendo dal baule levitò nell’aria……L’Arcano….Il Signore Delle Normative….vestito di solo saio bianco corredato di cinture, bracciali e collane di cavo di terra.
Fluttuando nell’aria come uno spirito di vino si diresse verso la regia.
Tutti si inginocchiarono.
Giunto al banco…strinse fra pollice e indice una parametrica, sollevò il mignolino mostrando la nobile discendenza e come se fosse un capezzolo di donna ruotò il magico pomello ponendo fine a quel maledetto rientro.
Quel che successe poi è storia….posso solo dirvi che gli Stee Katsy si sciolsero, il pubblico di quel concerto non si riprese più dallo shock, El Nino continuò a cazziare, El Mapo vaga tuttora nudo sui tetti nelle notti di luna piena……..e Il Signore Delle Normative diventò ricco sfondato grazie alla vendita di Santini raffiguranti la sua immagine…ed io???
Ed io probabilmente ho ancora una scheggia di legno del buon vecchio “Peavey” nel cuore penetrata fra uno scarico brutale e un altro……………..
THE END
davide@automazioniattanzio.it
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